Nato il 4 gennaio 1710 a Jesi, nelle Marche, Giovanni Battista Draghi, detto Pergolesi fu uno dei più significativi rappresentanti della scuola musicale barocca napoletana (si trasferì a Napoli in giovane età).
Iniziò gli studi musicali nella sua città natale e li proseguì nel Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo di Napoli, dove si diplomò a 21 anni. I cinque anni seguenti furono caratterizzate da un fervente periodo di composizione e l’opera “La serva padrona” lo rese particolarmente popolare. Grazie alla sua fama di compositore di prestigio,venne assunto come maestro di cappella del principe di Stigliano Colonna.
Nel 1735, ottenne un posto ufficiale nella cappella regia, quale organista soprannumerario e probabilmente per questo, compose l’ultimo dei suoi due “Salve Regina” in do minore.
Lo stesso anno però a causa dell’incedere della tubercolosi, di cui soffriva da tempo, sentendosi privo di forze, lasciò tutte le sue attività e si trasferì nel convento dei frati Cappuccini a Pozzuoli dove morì il 16 marzo del 1736 a soli 26 anni.
La leggenda vuole che, poco prima di morire, ormai in miseria, terminò il suo capolavoro che lo ha reso immortale: lo “Stabat mater”, per soprano, contralto e orchestra d’archi.
Nella sua breve ma intensa attività compose opere serie e opere buffe, intermezzi, oratori, cantate, musica sacra, musica strumentale.
Fu sepolto in una fossa comune, come accadde – qualche anno dopo – anche a Mozart e Vivaldi.
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