Non coincide con alcun momento di cambio stagionale, non risale ad una particolare festività religiosa, però il 1° di gennaio è stato scelto convenzionalmente come primo giorno dell’anno.
Poteva essere qualsiasi data, infatti il ciclo orbitale non permette di stabilire alcun punto di inizi e se avessimo seguito le stagioni, forse avrebbe avuto senso iniziare l’anno in primavera (e così è stato, infatti, nell’antichità). Convenzionalmente, l’anno economico e l’anno scolastico iniziano a settembre…

Una serie di decisioni, la prima delle quali risale agli antichi romani, stabilirono che il 1° di gennaio rappresentasse l’inizio dell’anno, nello specifico fu Caio Giulio Cesare a stabilire che in tutta la romanità l’anno iniziasse in quella data e tale convenzione durò fino alla fine dell’impero romano.
Poi tale usanza si conservò in alcune aree dell’ex impero, mentre in altre zone si ritornò alla consuetudine del mese di marzo, oppure a date stabilite localmente; mentre il resto del mondo manteneva le proprie tradizioni.
Per il mondo cristiano, fu papa Gregorio XIII che a partire dal 1582 ripristinò, con la promulgazione del calendario gregoriano, la data del 1° gennaio come capodanno. I paesi cattolici accettarono questa scelta, ma quelli protestanti mantennero per un po’ di tempo la data del 25 marzo. Man mano il calendario venne adottato universalmente, anche se questo processo richiese secoli: ad esempio, l’Unione Sovietica adottò il calendario gregoriano solo nel 1918.
Oggi tutto il mondo riconosce il 1° di gennaio come data di inizio anno ‘civile’, ma si conservano le trazioni ed i festeggiamenti per i capodanni legati alla propria cultura (si pensi al capodanno cinese, a quello turco o di alcuni paesi medio-orientali o asiatici).
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