Qualche giorno fa mia mamma mi ha chiesto cosa ne pensavo del referendum del 4 dicembre e che cosa si andava effettivamente a votare. Ho fatto mente locale, dopo aver visto una decina di trasmissioni televisive a riguardo, ho realizzato di non saperne effettivamente molto e le ho risposto che mi sarei informata meglio.
Infatti in questa consueta bagarre mediatica si discute di Renzi e del dopo Renzi, se tenere o se mandare a casa il Governo in carica e questo referendum (strumento preziosissimo, utilizzato ampiamente in Paesi più civili del nostro) si è trasformato in un sipario elettorale, in una solita guerra fra partiti, in una urlata sbandierata di principi.
“Se vince il no Renzi se ne dovrebbe andare, se vince il sì Renzi resta”: questa è diventata sottostante questione su cui i politici e chi li segue.
Il referendum, però, parla di altro. Il referendum pone dei quesiti precisi sulla nostra Costituzione a cui tutti abbiamo il diritto ed il dovere di rispondere sì o no, a seconda di cosa crediamo sia più giusto.
Quindi per tutti coloro che non ne fanno una questione politica, per chi non ha deciso per ragioni ‘assolute’ di principio, per gli indecisi, insomma, ovvero coloro che non sono schierati con i politici e con le ideologie, è utile capire che cosa il referendum chiede e che effetti può avere il proprio voto.
Il 4 dicembre quindi si andrà a scegliere in base al seguente quesito referendario:
Il NO mantiene la costituzione attuale mentre nel caso di vittoria del SI andremo a modificare la Carta Costituzionale italiana.
Poiché si tratta di un referendum confermativo non esiste quorum quindi la vittoria del si o del no viene definita solo in base agli effettivi votanti
Veniamo alle questioni:
SUPERAMENTO DEL BICAMERALISMO PARITARIO
- Se vince il sì: In pratica, col superamento del bicameralismo perfetto, toccherebbe solo alla Camera votare o meno la fiducia al Governo e approvare la maggior parte delle leggi. Il nuovo Senato – composto da 100 membri (95 rappresentanti delle amministrazioni regionali e provinciali e 5 nominati dal Presidente della Repubblica) e non più da 315 elementi – manterrebbe (insieme alla Camera) la funzione legislativa sui rapporti tra Stato, UE ed enti territoriali.
- Se vince il no: le cose rimangono così, ovvero permane Il bicameralismo perfetto o paritario che assegna identici poteri ad ambedue le camere che formano il Parlamento. Il procedimento legislativo con il sistema del bicameralismo perfetto è più complicato e lento del bicameralismo imperfetto. In questo sistema infatti i disegni di legge vengono discussi, emendati e approvati da uno dei due rami del parlamento, quindi passano all’altro che può approvarli in via definitiva solo senza modificare in nulla il disegno di legge; in caso contrario il testo dovrà ritornare nuovamente al ramo del parlamento che lo ha esaminato per la prima volta. Ciascuno dei due rami del parlamento può, in via teorica, continuare ad apportare modifiche al testo votato dall’altro ramo, allungando indefinitamente i tempi dell’approvazione della legge
DIMINUZIONE DEL NUMERO DEI PARLAMENTARI E SOPPRESSIONE DEL CNEL
- Se vince il sì: la diminuzione del numero dei senatori (da 350 attuali a 100) e l’abolizione del Cnel produrrà notevoli risparmi .
- Se vince il no: i senatori rimangono 350 e si mantiene lo Cnel ( Il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro è un organo di rilievo costituzionale, istituito con legge n. 33 del 5 gennaio 1957. È un organo consultivo del Governo, delle Camere e delle Regioni, e ha diritto all’iniziativa legislativa, limitatamente alle materie di propria competenza.Le materie di sua competenza sono la legislazione economica e sociale
LA REVISIONE DEL TITOLO V DELLA PARTE II DELLA COSTITUZIONE (di cosa si occupa il Senato delle regioni)
- Se vince il sì: il Senato (composto dai rappresentanti delle amministrazioni regionali e provinciali) può intervenire legiferano sulle questioni regionali ed in caso di squilibri di spesa di alcune regioni può imporre per legge una modifica alle leggi regionali per contenere la spesa pubblica.
- Se vince il no: le regioni che a causa di alcune leggi dovessero avere bilanci in negativo per via delle loro gestione, costringerebbero lo stato a ripianare questi debiti con denaro pubblico prelevato dai contribuenti di tutta la nazione (come succede tutt’ora).
ABOLIZIONE DELLE PROVINCE
- Se vince il sì Le province sono definitivamente abolite.Cambia l’articolo 114 della Carta. La Repubblica sarà costituita solo “dai Comuni, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato”.
- Se vince il no: Le province non vengono formalmente abolite del tutto, ma mantengono la struttura prevista dalla legge Delrio, che nel 2014 ha ridefinito l’assetto e le funzioni delle province.
L’ELEZIONE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
- Se vince il sì Il capo dello Stato sarà eletto dai 630 deputati e dai 100 senatori. Per i primi tre scrutini occorrono i due terzi dei componenti, poi dal quarto si scende ai tre quinti mentre dal settimo scrutinio sarà sufficiente la maggioranza dei tre quinti dei votanti.
- Se vince il no: Il capo dello Stato viene eletto dal Parlamento in seduta comune con i 2/3 dei voti alle prime tre votazioni.Dalla quarta votazione in poi il limite scende alla maggioranza assoluta (50%+1) degli aventi diritto.
LEGGI DI INIZIATIVA POPOLARE
- Se vince il Sì: Ci vorranno 150.000 firme. Viene introdotta la garanzia costituzionale che la legge di iniziativa popolare verrà discussa e votata in Parlamento
- Se vince il No: Per fare una proposta di legge di iniziativa popolare servono le firme di 50.000 elettori (articolo 71), oltre al testo della legge redatto in articoli. Nella Carta non c’è la garanzia che queste proposte saranno discusse e votate.
REFERENDUM
- Se vince il Sì: Per i referendum abrogativi rimane il limite minimo al 50%+1 degli aventi diritto. Se sono almeno 800.000 gli elettori a richiedere il referendum abrogativo, il quorum si abbassa al 50%+1 dei votanti alle ultime elezioni per la Camera dei Deputati. Nascono, inoltre, due nuovi tipi di referendum: quello propositivo e quello di indirizzo.
- Se vince il No: Per i referendum abrogativi rimane il limite minimo del 50%+1 degli aventi diritto per rendere valido il voto. Nella Carta non c’è la garanzia che queste proposte saranno discusse e votate.
Quindi cosa dirò a mia mamma? Le dirò che sicuramente è importante andare a votare al referendum e che se lei preferisce un governo più forte (come negli altri stati occidentali) senza un bicameralismo perfetto che allunga e complica l’iter legislativo deve votare sì
Se invece preferisce un Governo debole e revocabile agevolmente dal Parlamento, subordinato al controllo dei parlamentari di entrambe le camere deve votare no
PER APPROFONDIRE:
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