29 dicembre: il massacro di Wonded Knee

Il 29 dicembre 1890, presso il Wonded Knee Creek, nella contea di Oglala Lakota, nello stato del Sud Dakota , fu massacrata una intera tribù di Miniconjou – Lakota Sioux – da parte dell’esercito degli Stati Uniti d’America.

Un’immagine della strage di Wonded Knee

La tribù, guidata da Piede Grosso – che si era anche ammalato di polmonite -, una volta saputo dell’uccisione di Toro Seduto, nel mese di dicembre era partita per recarsi a Pine Ridge, in cerca di protezione da parte di Nuvola Rosa. I Miniconjou furono però intercettati dal Settimo Reggimento di cavalleria guidato dal maggiore Samuel Whitside che li fece accampare sulle rive del torrente Wonded Knee, circondandoli con due squadroni di cavalieri e puntando contro di loro le mitragliatrici.

I soldati si fecero consegnare le armi dai 120 uomini della tribù – che era formata, oltre che da loro,da 230 fra donne e bambini – e, con il pretesto di un colpo d’arma da fuoco partito per caso, massacrarono indistintamente oltre 300 di loro.

Le ossa e il cuore del capo dei Sioux Cavallo Pazzo furono presumibilmente sepolti lungo le riva del torrente dalla sua famiglia, dopo la sua morte.

Questo fu solo uno dei numerosi massacri ad opera dei colonizzatori: il massacro del Sand Creek del 29 novembre 1864 è altrettanto tristemente famoso.

“Fiume Sand Creek” di Fabrizio De Andrè: canta della strage del 1864

Dall’arrivo degli europei, nel XV secolo, fino alla fine del XIX secolo si reputa che siano stati sterminati circa 110 milioni di nativi d’America (fra indiani d’America nel Nord, indios e amerindi nel Sud). I nativi morirono uccisi nelle guerre di conquista, trucidati dai colonizzatori, sterminati dalle malattie importate contro cui non avevano anticorpi e dall’alcoolismo. Sono stati e – purtroppo ancora oggi – sono sradicati dai loro territori, discriminati, perseguitati.

Di questo sterminio non se ne parla quasi mai. Eppure con gli oltre 100 milioni di esseri umani sterminati sono morte anche culture, tradizioni, stili di vita ed è stato distrutto per sempre il loro habitat naturale.

“Dakota” del compositore Jackob de Haan ispirato dagli Siuox e basato su un’antica melodia degli Indiani del Sud Dakota

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